Editoriale di Andrea Taborelli: "I tempi sono maturi per la Festa della Seta".

La risposta tessile alla festa del legno di Cantù c’è già e si chiama comON. Nato otto anni fa, quest’anno siamo alla nona edizione, con l’intento, come sottintende la sonorità del suo nome, di dare una sveglia alla città, comON creativity sharing è il primo hub a livello europeo di condivisione della creatività e talenti in ambito tessile. Approfitto di questo spazio anche per ribadire, ancora una volta, il duplice, importante, obiettivo di comON che va ben oltre l’idea di una semplice festa. Agli inizi degli anni Duemila il tessile era da molti dato per spacciato. Gli studenti e le loro famiglie snobbavano la formazione offerta dal Setificio e dai corsi universitari in ambito chimico e tessile, andando ad ingrossare le schiere di pretendenti alla carriera sociologica, forense o della comunicazione. Anche i giornali non mancavano di titolare a grandi caratteri: “Il tessile è morto”. Consci del fatto che non fosse così, ma che così facendo si rischiasse di ucciderlo davvero, un gruppo di imprenditori nel 2008 decise di dar vita ad un progetto che da un lato facesse innamorare gli studenti delle scuole superiori alle aziende tessili ed ai loro prodotti che sono sempre stati sinonimo di qualità ed eccellenza e rinomanti in tutto il mondo, e dall’altro lato di avvicinare i talenti usciti dalle più importanti università di stile europee al distretto tessile comasco. Portandoli nelle aziende, aprendo loro gli archivi più prestigiosi, facendo loro assaporare il gusto, la cultura, la creatività che in esse si respirano, con l’intento di creare un legame duraturo nel tempo. In modo che questi “Armani” di domani possano ricordare le nostre imprese quando avranno necessità di tessere le loro creazioni. E in otto anni oltre 120 giovani designer stranieri hanno varcato la soglia delle imprese comasche, dalle più piccole alle più grandi. Credo che siano queste le cose da fare. Stimolare i giovani italiani e stranieri. Mettere in mostra i loro lavori, come faremo a partire da giovedì prossimo con The Mood of Sport che inaugureremo al Broletto, nel pieno centro della città. Creare nuovi legami e fortificare le sinergie in atto con realtà d’eccellenza come Miniartextil. Certo, tutto si può fare. Se si desiderasse, per esempio, un maggior coinvolgimento di Como, pur non dimenticando la diversa collocazione delle imprese rispetto alla nostra città, lo si potrebbe fare. Creando un percorso di visite che potrebbe snodarsi in un filo conduttore che collega il Museo della Seta, alla Fondazione Setificio per arrivare alla Fondazione Ratti e a quelle imprese che, per loro scelta, volessero aprire le porte per mettere in evidenza i prodotti pregiati. Si potrebbero, certamente, organizzare, sull’esperienza di Cantù, convegni e confronti per coinvolgere i cittadini creando, così, nel tempo, un’attenzione non solo al mondo della seta ma a quello del tessile più in generale. Perché, non dimentichiamolo, non di solo seta vive Como. Ecco, una festa del tessile, partendo da tutto ciò che abbiamo già ed è tantissimo, sicuramente si può fare.